a cura di Enea Conti
È difficile fare il racconto del giorno dopo, sospesi spesso e volentieri tra la gratificazione dovuta a una serata riuscita in maniera impeccabile e i bilanci a vari i livelli, sempre -va detto- che le cose abbiano girato per il verso giusto. E così è stato per la serata inaugurale del quarto festival Le Città Visibili. Ieri sera non è mancato nulla: le tante presenze, la buona musica, nessun imprevisto. E allora? Proviamo a raccontarvi che cosa è successo ritornando qua e là in quel posto che fino ad oggi vi abbiamo raccontato nel passato nel presente e nel futuro, in quel giardino segreto che speriamo tornerete o andrete, per chi non c’era, a visitare e a vivere magari anche solo per una sera di mezza estate.
Cosa ci ha colpito sopra ogni cosa? Che una volta aperte -riaperte- le porte le persone sono entrate in quel giardino in punta di piedi, a poco a poco. È stata la sintesi perfetta di quel ripopolarsi di un luogo a cui tenevamo tanto. Dalle 19 i primi gruppi di gente a chiacchierare e a intrattenersi poi con l’apertura del bar e l’aperitivo etnico a cura dell’Associazione Vite in transito a diventare sempre più numerosi. Alcuni sbirciavano incuriositi i rendering dei progetti di restauro dell’ex palazzo lettimi: il futuro può attendere, tanto meglio se seguirà i percorsi proposti in esposizione, intanto c’è un presente da assaporare, nelle fotografie illustrate di Marianna Balducci che hanno riempito (e riempiranno) di un senso ancora più compiuto gli angoli di un luogo riscoperto e poi poco più in là le luci, il palco, i riflettori quanto bastano per rendere viva e intensa l’atmosfera. Nei dettagli la serata inaugurale de Le Città Visibili prevedeva il concerto di Paolo Benvegnù, introdotto da un set di Riccardo Amadei e Les Pastis.
-Torniamo indietro: poco prima dell’apertura delle porte. Ogni concerto che si rispetti ne conserva uno intimo e riservato: il soundcheck. A volte è pubblico a volte, per necessità organizzative, resta riservato agli addetti ai lavori impegnati negli ultimi allestimenti. Spesso è anche il momento adatto a chiedere un’intervista a chi poi dovrà salire sul palco. Noi l’abbiamo chiesta a Paolo Benvegnù e alla fine ne è uscita una bella chiacchierata che vi restituiamo in un servizio video dedicato che abbiamo postato sotto questo articolo. Qui ci limitiamo a riportare un passaggio -una parte del dialogo- che ha ben colto lo spirito della serata. Ci dice Benvegnù: “A guardarmi intorno in questo bellissimo posto, devo dire che scopro di essere un po’ emozionato…fa parte del mio modo di vivere le cose, della mia esistenza nello stupore: sono stupito e per quanto riguarda stasera spero di essere all’altezza”. Ecco, se c’era un modo per prepararsi a calcare un palco in punta di piedi, adattandosi al pubblico -come dicevamo sopra-, Paolo Benvegnù lo ha fatto nel migliore dei modi, lui che di palchi ne ha calpestati tanti in più di vent’anni di carriera, e di diversi, arrivando fino a Roma a Piazza San Giovanni, al concertone del Primo Maggio davanti a migliaia di persone. Ma ora lasciamo il breve flashback del soundcheck per tornare all’inaugurazione vera e propria-
Alle 21, 30 , poco dopo il tramonto, il pubblico era tutto attorno al palco, nel cuore vero del giardino. I posti erano tutti occupati, molta gente era in piedi e c’era ancora fila al bar. Tamara e Linda sono salite sul palco -anche loro in punta di piedi- e dopo aver tagliato -a parole- il nastro alla quarta edizione del festival hanno ricordato le persone che hanno collaborato all’organizzazione dell’evento, prima di passare alla presentazione degli artisti di scena nella serata. Riccardo Amadei e Les Pastis -voce e chitarra, contrabbasso, violino- per un breve ma intenso e applaudito set di canzoni e poi, appunto, Paolo Benvegnù. Torniamo per un momento alla chiacchierata fatta nel backstage, subito dopo il soundcheck, quando ancora era giorno. A proposito del suo tour – Cronoillogical solitudo – ci aveva detto che “è strutturato per introdurre un disco che deve ancora uscire”. E si sa le cose nuove arricchiscono di entusiasmo chi le fa e in questo caso chi le ascolta. Dopo il concerto i protagonisti della prima serata assieme alle organizzatrici, ai vari collaboratori, apparivano ancora emozionati. Di solito si dice che proprio dalle emozioni ci si lascia tradire. A volte vale la pena di dire che sono semplicemente necessarie. Chi scrive e chi racconta in questo spazio la serata anche con i video e le foto ieri sera era tra il pubblico e condivideva quelle emozioni. È forse scontato parlare di emozioni? Si, forse, ma le cose scontate meritano di essere ripetute più volte di quanto lo si creda. E allora noi ammettiamo che ieri sera ci siamo emozionati tanto sperando di ripetere l’esperienza per le prossime nove serate.
Il servizio sul concerto di Paolo Benvegnù realizzato da Andrea Pari
Una piccola gallery della serata, a cura dei ragazzi del social media team legato al progetto “Il Giardino Segreto”