Questo articolo è prodotto dai partecipanti al “Laboratorio di giornalismo culturale e narrazione transmediale“, organizzato da Altre Velocità per il festival Le Città Visibili 2024.
«La vita è una torta, scegli quella che ti piace». È la frase che forse descrive meglio lo spettacolo Pasticceri, andato in scena al Teatro Galli di Rimini il 30 agosto 2024. La scena, incentrata in un laboratorio di cucina con fornelli e planetarie, vede due fratelli pasticceri, Cristiano e Roberto, interpretati rispettivamente da Leonardo Capuano e Roberto Abbiati, dominare il palcoscenico con battute comiche, torte cucinate dal vero e balli con musica americana in sottofondo.
Lo spettacolo si contraddistingue sia per l’interpretazione dinamica dei due attori, i quali si dimostrano abili nel cambiare continuamente posizione, salire sui fornelli danzando e nel cucinare con attrezzi veri, sia per l’impiego del colore delle luci a seconda del tema trattato, come quelle rosa durante i discorsi amorosi. La caratterizzazione dei due personaggi è fin da subito chiara: da un lato Cristiano, un uomo preciso, sicuro di sé, esperto nel suo mestiere; dall’altro suo fratello Roberto, un uomo timido, introverso, leggermente goffo e balbuziente, il quale viene a più riprese rimproverato dal fratello, che definisce in una battuta lo zucchero della sua vita. Per i loro profili, in molti aspetti antitetici, i due protagonisti si completano alla perfezione. Ci sono, tuttavia, diversi aspetti che accomunano due soggetti così distinti: oltre al lavoro e alla passione per la musica, entrambi sono accomunati da desideri di amore, cosa che porta spesso i due a sfidarsi per ricercare la migliore citazione possibile da autori disparati come Giuseppe Ungaretti e Edmond Rostand. Il secondo punto in comune è un’aspirazione ad un’evasione dalla quotidianità e dalla monotonia, che costringe i due fratelli a lavorare tutto il giorno, senza una sosta, senza una sola possibilità di andare al mare, di poter sentire il calore del sole, che viene invece rimpiazzato da quello del forno. La vicenda trova dei riferimenti letterari nel Cyrano de Bergerac di Rostand, in cui i due personaggi principali, accomunati dall’amore per Rossana, stesso nome della donna dei desideri dei due pasticceri, da una divisione iniziale finiscono per diventare amici, allo stesso modo in cui Roberto e suo fratello si riavvicinano sempre di più.
Quel che contribuisce al successo dell’opera non è tanto la trama, quanto il dinamismo della scena, che vede i due attori muoversi a loro agio a ritmo di musica tra i fornelli; la scelta di inserire diverse scene movimentate dalla musica ha indubbiamente reso lo spettacolo più piacevole da seguire. L’ottima prestazione attoriale di Capuano e Abbiati, i quali si sono guadagnati a più riprese gli applausi e le risate del pubblico, non è da inquadrare nelle performances teatrali più tradizionali, quanto in quelle del teatro di avanguardia, soprattutto per via di tecniche implementate, quali espressioni mimiche facciali, pause fra una battuta e un’altra e riferimenti al pubblico, che permettono di abbattere la quarta parete teatrale.
Ciò che i due gemelli pasticceri potrebbero voler comunicare al pubblico è di non farsi dominare dal lavoro, di lasciar spazio ai propri desideri, di aprire il proprio cuore agli altri. Scegliere la vita che piace, come se fosse una torta, significa addolcirla a proprio piacimento, scegliere gli ingredienti per arricchirla, cose che i due, sebbene siano pasticceri, ironicamente non riescono a fare.
Michelangelo Suma