“Le bombe non scelgono. Colpiscono qualunque cosa.” sentenziò Nikita Krusciov. E così fecero le bombe a Rimini durante la seconda guerra Mondiale. Risultato? l’82% degli edifici distrutti e innumerevoli i danni all’urbanistica. Il conto lo pagò anche il Palazzo Lettimi e se oggi parliamo di un Giardino Segreto celato al suo interno non dobbiamo dimenticarci che tutto partì da una delle tante incursioni aeree subite durante il secondo conflitto mondiale.
articolo di Andrea Pari
Il calendario appeso sulla parete segnava la data di Lunedì 1° novembre, l’anno era il 1943. Al piccolo chiosco dell’edicola di Piazza Cavour, arrotolati con lo spago, erano arrivati i giornali che dedicavano gli inserti sportivi alla vittoria del First Vienna FC sui militari del LVS Hamburg, con quel 3-2 ottenuto dopo i tempi supplementari, risultato che il giorno prima valse al Frist il trionfo alla coppa di Germania, la Tschammerpokal. Per le vie del borgo, la notizia che da lì a breve ci sarebbe stata un’incursione aerea circolava già da qualche giorno. Molti avevano imbracciato i propri pochi oggetti personali e si erano messi in marcia, tempo addietro, verso la vicina San Marino in cerca di protezione. Non tutti però: 68 persone, quello stesso giorno, perirono sotto i colpi dell’aviazione alleata. Conquistare Rimini significava, per gli alleati, poter spezzare la linea Gotica che, partendo da Massa Carrara, tagliava in due l’Italia fino a raggiungere Pesaro. Un territorio strategico che, proprio per questa sua peculiarità, fu spesso al centro di incursioni e battaglie. Sui colli del Titano e del Covignano, nelle grotte e negli anfratti, Londra parlava alla radio, poi, all’improvviso, qualche anno dopo, la voce criptica di uno speaker d’altri tempi, veniva sostituita dalle melodie leggere e scanzonate del Trio Lescano. <<La guerra è finita>> gridava uno strillone per i vicoli polverosi della città. I sopravvissuti lasciavano i rifugi improvvisati nelle campagne e nella vicina San Marino, per far ritorno a Rimini, divenuta orfana di alcuni dei suoi luoghi più belli e depredata di alcune delle sue opere artistiche e architettoniche più preziose. Circa l’82% degli edifici furono distrutti, un triste primato, quello registrato a Rimini, tra le città italiane con più di trentamila abitanti. A farne le spese, ci fu anche il Palazzo Lettimi che, dal 1902, era passato nelle mani del comune per diventare il luogo ottimale dove poter ospitare l’Istituto musicale cittadino. Dell’edificio non rimase che un cumulo di macerie: una facciata lesionata, l’antico portale d’ingresso, e solo sette delle undici preziose pitture presenti al suo interno, salvate e custodite oggi al museo storico della città. Ma è proprio dal portale e dai resti della cinta muraria esterna che, oggi, siamo in grado di raccogliere maggiori informazioni sul passato di questo antico palazzo: le formelle a bugna del portone uniscono il simbolo araldico della rosa quadripetala malatestiana al diamante dei Bentivoglio, quasi a suggellare e a celebrare l’unione di due famiglie molto care ai Maschi, primi proprietari del palazzo, mentre vicino alle grandi finestre del piano terra si possono ancora scorgere, scolpiti nelle pareti, una coppia di delfini e lo stemma stesso della famiglia nobiliare che ha dato i natali all’edificio. Dai resti di quel palazzo, che rappresentò uno dei più prestigiosi monumenti al Rinascimento riminese, è nato un giardino: un giardino segreto, incolto e celato all’interno di quelle mura rovinate dal tempo. Un luogo che la natura si è ripreso ma che, presto, sarà, per un tempo limitato, riconsegnato alla città con rinnovato splendore. È la storia di un luogo, di un festival, di luci bianche che si accendono in una notte di mezza estate, di scambi multiculturali e di un progetto che condurrà quegli spazi dal nobile passato ad un presente in futuro divenire tra arte, riqualifica territoriale e valorizzazione del patrimonio artistico-culturale. L’estate 2016 bussa alla porta del palazzo, sei pronto a farla entrare e a viverla con noi al #lettimisegreto ?