– Signor Yanez! Buon giorno! – disse in quel momento una giovane, comparendo sulla piattaforma. Il portoghese aveva mandato un grido: – Darma!

Una bellissima fanciulla di forse quindici anni, dal corpo flessuoso come una palma, con lunghi capelli neri, un po’ inanellati, la pelle del viso leggermente abbronzata e vellutata come quella delle donne indiane, ma assai più chiara, i lineamenti perfetti che sembravano più caucasici che indù, si era fermata dinanzi al portoghese, fissandolo coi suoi occhi neri e scintillanti come carbonchi. Indossava un costume mezzo europeo e mezzo indiano, che le dava una grazia unica, composta d’un busticino di broccatello, con ricami d’oro, d’un’ampia fascia di cascemir che le cadeva sulle anche ben arrotondate e d’una sottanina piuttosto corta che lasciava vedere i calzoncini di seta bianca che le scendevano fino sulle scarpettine di pelle rossa, a punta rialzata.

– Ben felice di rivedervi, signor Yanez, – riprese la fanciulla, tendendogli una manina da fata – sono due anni che vi abbiamo lasciato.

Silvia Vasini, in arte Darma, aprirà il concerto di Dimartino a Le Città Visibili domenica 21 luglio. Darma, cantautrice classe 1980, è nata a Bologna e vive a Bellaria, e la prima volta che ho sentito il suo nome ho pensato all’eroina de Il Re del Mare, uno dei romanzi di Emilio Salgari, il “padre” di Sandokan.

a cura di Gloria Perosin

 

Silvia Vasini, chi e com’è Darma? 

Il nome Darma è ispirato alla pensione di mia nonna negli anni 50. Ora è il palazzo in cui vivo e che in qualche modo è rimasto intriso della sua presenza. Mia nonna era una donna forte, è morta quando avevo 8 anni e la notte prima che morisse l’avevo sognata. Insomma è il mio legame con lei. Ma Darma è anche la tigre di Sandokan, nel romanzo di Salgari. La tigre è un animale che mi dà sicurezza, è il mio amuleto, è la forza di non arrendersi.

 

Com’è nata la tua arte e che strada vorresti percorrere insieme a lei?

Ho sempre scritto e ho sempre cantato fin da quando ero molto piccola. Quando avevo 10 anni scrivevo molte poesie e le trasformavo in canzoni poi ho imparato a suonare il piano e passavo pomeriggi interi a cantare quello che scrivevo. Ho sempre pensato che non siamo noi a scegliere la strada ma è la strada che sceglie noi quindi non mi sono mai data da fare a diventare una cantautrice ma la musica è sempre stata nella mia vita. Quando da grande ho deciso di registrare i miei pezzi, ho sentito che l’universo mi stava indicando la strada, che c’erano segnali chiari che quello che stavo facendo era la cosa più naturale e più vera che potessi fare. Tutto qua. Quello che vorrei fare è proprio questo: continuare a scrivere e cantare, se poi alle persone piacerà sarà ancora più bello.

 

Il 27 ottobre del 1981 Alberto Sinigaglia, in una puntata di Vent’anni al Duemila, intervistava Italo Calvino e gli chiedeva tre chiavi, tre talismani per il Duemila. Calvino rispondeva «imparare molte poesie a memoria per ripeterle anche da anziani e farsi compagnia, fare calcoli complicati a mano per rimanere concreti, ricorare che tutto quello che abbiamo ci può essere tolto da un momento all’altro».

Se lo chiedessi io a te, cosa risponderesti?

Stare a contatto con la natura ammirare il verde degli alberi, dei prati e delle montagne, il blu del cielo e del mare.  C’è una zona di silenzio dentro ognuno di noi che a contatto con la natura prende forma e ci fa esplorare dentro noi stessi.

Viaggiare il più possibile. Amare il più possibile. Tre anni fa lessi Gli amori difficili proprio di Calvino, un libro a tratti ironico sull’amore che mi fece pensare molto a cosa vuol dire amare, parola a cui ancora oggi non so dare una risposta ben precisa.

Ascoltare il cuore e la propria anima per ogni decisione da prendere: il nostro cuore non sbaglia mai.

 

Quali sono stati tre brani-chiave nella tua vita?

Born in the USA di Bruce Springsteen. All’età di 9 anni lo ascoltai per la prima volta e mi fece venire i brividi.

Redemption Song di Bob Marley. Purtroppo appartengo alla generazione che non ha avuto il tempo di vedere Bob Marley in concerto dal vivo ma sono cresciuta con mio fratello maggiore che lo metteva sul giradischi di continuo.

Cuanta Pasión di Paolo Conte. Conte è nel mio ideale di perfezione compositiva e questo pezzo è davvero un inno alla vita.

 

 

Quale Darma ascoltermo?

Ci vediamo domenica 21 luglio all’ex macello, sempre in via Dario Campana 71, sempre con Le Città Visibili.