Cos’è quel neo che sulla bocca, lo sai che mi spaventa un po’
Mi fa sentire piccolo piccolo e mi nasconderò
Tra le tua ciglia lunghe come canne di bambù
O nelle tue narici a forma di un igloo
a cura di Gloria Perosin
È mercoledì, sono le 20:38, la luce arancione che entra dalla finestra della sala crea sulla parete dietro alle mie spalle delle sottili strisce di sole. È mercoledì ma mi sembra domenica. Sono seduta a gambe incrociate su un divano dalla seduta troppo stretta ma mi sembra di stare in mezzo a una piazza piena di gente a ballare da sola. Sono a Rimini ma mi sembra di essere da un’altra parte.
Lo sai che quella cicatrice che hai sul collo tanto ridere mi fa
Mi fa sentire sempre in estate anche se l’estate mi ucciderà
E le tue smagliature le userò come trincee
Per fuggire dai nazisti e un po’ da me
Mi ricordo di una vacanza a piedi scalzi in Salento, almeno dieci anni fa.
Lo sai quella voglia che hai sulla schiena a volte mi tormenta un po’
Mi sembra un isola deserta dove mi nasconderò
E aspetterò poi che qualcuno venga a chiamarmi da lassù
Per dirmi che la guerra è finita già da un po’
Ma Isabella e Carmine sanno di creare dipendenza?
Carmine e Isabella Tundo sono originari di Galatina e insieme, oltre a essere fratello e sorella, sono La Municipàl e saranno ospiti del festival giovedì 18, sempre dalle 21:30.
La Municipàl nasce ufficilamente nel 2013 dopo un importante percorso da solista di Carmine iniziato nel 2010 che continua tutt’oggi, e da una passione condivisa con la sorella Isabella. È un progetto di pop d’autore che raccoglie le canzoni più romantiche e ironiche scritte negli ultimi anni. La Municipàl, che ha alle spalle centinaia di date e palchi condivisi con grandi nomi come Skunk Anansie, Daniele Silvestri, I Ministri, Subsonica, arriva a esibirsi nel 2016 al programma “Il caffè di Rai1” e a vincere moltissimi premi prestigiosi.
Li definiscono un duo Pop Crepuscolare e non posso che essere d’accordo mentre nelle cuffiette parte Bellissimi difetti seguito da Le vele.
Carmine e Isabella Tundo, fratello e sorella, cantautori romantici di un Pop Crepuscolare, ma voi, oltre a questo, chi vi sentite di essere?
Ci sentiamo di essere due persone che seguono la propria strada, che fanno delle scelte ben precise, e che non hanno rimpianti.
Hanno definito la vostra musica violenta e dolce, turbolenta e passionale. Da dove nasce questo vostro percorso emotivo e qual è la strada che vorreste percorrere?
Nasce dal bisogno di dire qualcosa, di buttare fuori qualcosa per sentirsi meglio, da quell’esigenza primaria di raccontare una storia e non tenersela dentro a fare male, credo sia il percorso più giusto per fare dei dischi sinceri e che ci rispecchino in fondo.
Il 27 ottobre del 1981 Alberto Sinigaglia, in una puntata di Vent’anni al Duemila, intervistava Italo Calvino e gli chiedeva tre chiavi, tre talismani per il Duemila. Calvino rispondeva «imparare molte poesie a memoria per ripeterle anche da anziani e farsi compagnia, fare calcoli complicati a mano per rimanere concreti, ricorare che tutto quello che abbiamo ci può essere tolto da un momento all’altro».
Voi cosa rispondereste?
Imparare a godere della solitudine, seguire le proprie passioni, e ogni tanto fermarsi a guardare il cielo.
Quali sono i tre bellissimi difetti che guardate con affetto oggi e che vi definiscono?
Timidezza, solitudine, e l’avere paura di se stessi.
Premo pausa, tolgo le cuffiette e ritorno a nell’appartamento di Rimini, seduta a gambe incrociate sul divano dalla seduta troppo stretta. Alle mie spalle le sottili strisce di sole se ne sono andate e va bene così. Ho la sensazione che il viaggio che faremo insieme giovedì 18 luglio sarà ancora più bello.
Ci vediamo all’ex macello, sempre in via Dario Campana, sempre con Le Città Visibili.