ReedoLab ha realizzato un corso gratuito di sartoria teatrale per la realizzazione dei costumi della prima produzione del festival, all’insegna del riuso artistico
articolo di Irma Ridolfini
Il ReeDoLab si trova in via Bertola 86, nel cuore del centro storico di Rimini. La prima volta ci passiamo davanti senza quasi notarlo: una vetrina minimal con una cornice bianca a inquadrare piccoli capi coloratissimi.
Una volta entrati dentro ci ritroviamo in un vero laboratorio: diverse macchine da cucire, stand con appesi abiti già confezionati, una lavagna di ardesia – Ma dove l’avranno presa? – ci chiediamo – Non ne vedevamo una da anni, ma del resto siamo nella patria del riuso –. Al centro un grande tavolo sul quale Cristiana e Carolina stanno imbastendo l’abito che sarà di Nasten’ka, la protagonista de Le notti bianche, la prima produzione del festival delle Città Visibili, che propone una versione teatrale dell’omonimo romanzo di Fedor Dostoevskij.
Ma facciamo un passo indietro. Attorno a metà maggio 2016 Cristiana Curreli, fondatrice di ReeDoHub, cooperativa che promuove progetti di moda e design sostenibili e autoprodotti, aveva aperto un corso gratuito rivolto a due giovani under 25, obiettivo: l’ideazione e il confezionamento degli abiti di scena de Le notti bianche, prima produzione del festival Le città visibili.
Le due giovani selezionate erano state Carolina e Martina, già allieve di Cristiana al corso annuale di modellistica e confezionamento.
“Oggi però Martina non c’è” dice Cristiana, e subito dopo ci proibisce di reagire contro le zanzare: “Non voglio morte nel mio negozio” sentenzia. Sopporteremo…
L’idea di aprire un laboratorio di sartoria per la realizzazione dei costumi de Le notti bianche è nata circa un anno fa, quando Tamara Balducci ha coinvolto nel progetto Cristiana e il ReeDoLab. Si è pensato di aprire il laboratorio a due partecipanti per creare maggiore gioco di squadra e questa caratteristica contraddistingue l’approccio di Cristiana alla moda: “Sin da piccola pensi di voler diventare una stilista poi cresci e capisci che è molto più importante l’interazione creativa. Non sono una stilista ma una performer che crea in condivisione”, si legge nel suo portfolio.
Ma come si immagina e poi si crea un abito di scena? Innanzitutto si legge la storia, poi si inizia a immaginare e anche a cercare riferimenti nella storia della moda.
Cristiana e Carolina raccontano – e nel mentre continuano a cucire – che le prime suggestioni erano legate alla moda degli anni venti ma che alla fine è venuto fuori qualcosa di diverso, anche pensando al carattere dei personaggi, con particolare attenzione ai colori e sempre seguendo l’etica di ReeDo: utilizzando cioè tessuti di scarto di aziende tessili.
Il laboratorio, che si tiene il lunedì mattina e il mercoledì sera, andrà avanti ancora per un paio di settimane. Le notti bianche andranno in scena in quattro serate a cavallo tra luglio e agosto all’interno del Giardino di Palazzo Lettimi, oltre a lasciarvi coinvolgere dalla magia di questo bellissimo racconto potrete ammirare gli abiti di scena firmati da ReeDo.